BRUXELLES – La sicurezza delle infrastrutture di telecomunicazione 5G torna al centro del dibattito europeo. Un gruppo di 35 europarlamentari ha inviato una lettera ufficiale alla commissaria Ue per le Tecnologie digitali e di frontiera, Henna Virkkunen, chiedendo di trasformare in obbligo giuridico il pacchetto di strumenti per la sicurezza del 5G, il cosiddetto 5G Cybersecurity Toolbox.
Alla base della richiesta, vi è la necessità di garantire un’applicazione uniforme e vincolante delle restrizioni ai fornitori ad alto rischio, come Huawei e ZTE, già al centro di numerose preoccupazioni sulla sicurezza delle reti europee. La lettera, visionata da Euronews, evidenzia come le misure attualmente volontarie non siano più sufficienti in un contesto geopolitico sempre più complesso.
Tra i firmatari figurano esponenti di diversi gruppi politici europei, tra cui Aura Salla (Finlandia/PPE), Svenja Hahn (Germania/Renew), Bart Groothuis (Paesi Bassi/Renew) e Alexandra Geese (Germania/Greens-EFA), segnale di un consenso trasversale sulla questione.
La richiesta arriva in un momento delicato, a seguito dello scandalo che coinvolge l’azienda cinese Huawei, accusata di corruzione nell’ambito delle sue attività di lobbying presso il Parlamento Europeo. Lo scorso venerdì, infatti, è stato imposto un divieto temporaneo ai lobbisti di Huawei di accedere ai locali del Parlamento fino alla fine delle indagini in corso.
Huawei, da parte sua, ha ribadito in una nota ufficiale la propria “tolleranza zero nei confronti della corruzione o di altri illeciti”, sottolineando l’impegno a rispettare le normative europee.
I deputati chiedono che il 5G Cybersecurity Toolbox diventi uno strumento giuridicamente vincolante per tutti gli Stati membri, superando l’attuale approccio basato sulla volontarietà. Ad oggi, infatti, meno della metà dei Paesi UE ha applicato restrizioni concrete sui fornitori considerati ad alto rischio.
“È necessario stabilire una difesa uniforme e solida contro le interferenze straniere”, si legge nella missiva, che richiama l’urgenza di un intervento deciso per proteggere le reti di comunicazione critiche.
Henna Virkkunen, intervenuta recentemente a Barcellona durante un congresso sul settore telecomunicazioni, aveva già sollecitato gli Stati membri ad accelerare l’attuazione del pacchetto di sicurezza, lasciando però aperta la porta a ulteriori valutazioni.
La questione sarà al centro del dibattito nei prossimi mesi, anche in vista della crescente attenzione delle istituzioni europee sul tema della sicurezza informatica e dell’autonomia strategica dell’UE.






























