Direttiva rifiuti, Tosi (FI): “Approccio pragmatico. Tuteliamo le imprese garantendo la sostenibilità”

Bruxelles – Soddisfatto l’europarlamentare di Forza Italia e relatore del PPE Flavio Tosi per l’approvazione oggi in commissione ENVI (con 70 voti a favore, 4 contrari e 9 astenuti) della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti, finalizzata a ridurre l’impatto ambientale e climatico dei rifiuti alimentari e tessili.

“Si tratta di una norma equilibrata che coniuga sostenibilità ambientale e competitività economica, introducendo sistemi di primalità e margini di flessibilità, evitando al contempo oneri sproporzionati per le imprese, in particolare per le PMI e le micro, che invece ora potranno cogliere delle opportunità, anche produttive, grazie al supporto procedurale e finanziario che sarà dato all’economia circolare nei processi di smaltimento, riciclo, riuso dei rifiuti tessili con il sistema EPR (Responsabilità Estesa del Produttore)”, afferma l’eurodeputato di Forza Italia e relatore del PPE Flavio Tosi.

“Abbiamo lavorato – spiega Tosi – per mantenere obiettivi ambiziosi per ridurre gli sprechi alimentari e tessili, senza che diventino un peso per le imprese, che in Europa già operano responsabilmente”. E rivendica due tasselli importanti: aver escluso la produzione primaria da obblighi aggiuntivi, “riconoscendo già oggi il ruolo chiave degli agricoltori nell’economia circolare e nelle pratiche di riduzione degli sprechi”; e aver previsto, nel tessile, un’inclusione graduale e semplificata delle microimprese nel sistema EPR rispondendo all’appello dalle stesse associazioni di categoria, in particolare Confartigianato e CNA.

“Per le microimprese, cuore del made in Italy, si apre una grande opportunità: essere riusciti a includerle nel sistema EPR significa anche valorizzarne l’operato e tutelarle nei confronti dei giganti asiatici dell’ultra-fast fashion”, sottolinea Tosi.

“Sull’ultra fast fashion asiatico la direttiva è chiara: l’obiettivo è ridurre il mercato dell’usa e getta di scarsa qualità che oggi produce enormi volumi e aumenta in modo esponenziale la produzione di rifiuti tessili in Europa. Il fenomeno dell’ultra fast fashion va affrontato con un mix di strumenti normativi, economici e di mercato. Occorre intervenire sul fronte delle importazioni, quindi su prodotti a bassissimo costo, realizzati con standard ambientali e sociali molto lontani da quelli europei”, conclude il deputato azzurro.