Bruxelles – Nel corso della European Parliamentary Week, Mario Draghi ha lanciato un monito chiaro: l’Europa deve agire subito come un unico Stato, superando divisioni e incertezze. La crescente frammentazione globale e le tensioni internazionali, secondo l’ex presidente della BCE, impongono una risposta rapida, intensa e su vasta scala.
Eurobond e difesa comune sono le chiavi della visione di Draghi, che ha evidenziato la necessità di 750-800 miliardi di investimenti annui per tecnologia, IA, difesa e industria verde. Per finanziare questa trasformazione, ha ribadito la necessità di emettere debito comune sovranazionale, superando l’assenza di spazio fiscale di molti Stati membri. Una proposta che si scontra con la linea più prudente della Commissione europea e di Ursula von der Leyen, che punta sugli aiuti di Stato e sulla clausola di salvaguardia per la difesa, ma senza prevedere debito condiviso.
Draghi ha sottolineato che l’UE non può più essere il proprio nemico: serve un coordinamento senza precedenti tra governi, Parlamento europeo e Commissione, anche modificando le regole decisionali per superare i veti nazionali.
Il 26 febbraio la Commissione presenterà il Clean Industrial Deal, con un piano di investimenti da 480 miliardi annui. Per Draghi, però, non sarà sufficiente: serve un cambio di passo immediato per garantire competitività, sicurezza e indipendenza strategica dell’Europa.
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