Kiev attende risposte: von der Leyen e i leader UE a un bivio tra solidarietà e pressioni interne

Kiev – Lunedì, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen guiderà una delegazione di vertice dell’Unione Europea nella capitale ucraina per commemorare il terzo anniversario dell’invasione russa. Ma per Kiev, la visita non sarà solo simbolica: è un momento cruciale per ottenere certezze su aiuti militari, sostegno politico e, soprattutto, sul futuro del commercio con l’UE. Con il rischio concreto di perdere a giugno l’accesso privilegiato al mercato europeo – un’ancora di salvezza economica in tempo di guerra – l’Ucraina preme per un’estensione delle sospensioni tariffarie. Tuttavia, i leader europei arrivano con promesse di solidarietà ma senza risposte definitive, stretti tra le pressioni interne e il terremoto politico scatenato dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy non nasconde l’urgenza. “L’Europa è il nostro futuro, ma il futuro va costruito ora,” ha dichiarato in un’intervista venerdì, sottolineando come le esportazioni verso l’UE abbiano evitato il collasso dell’economia ucraina sotto i bombardamenti russi. Le sospensioni tariffarie, introdotte nel 2022, hanno permesso a Kiev di mantenere flussi commerciali vitali, ma la loro scadenza imminente preoccupa il governo. A complicare il quadro, gli agricoltori europei – da Polonia a Francia – protestano contro la concorrenza ucraina, accusata di inondare i mercati con prodotti a basso costo. “Non possiamo sostenere un paese in guerra a spese dei nostri,” ha tuonato un rappresentante degli agricoltori polacchi, mentre a Bruxelles si cerca un difficile equilibrio.

Nel frattempo, l’ombra di Trump si allunga su Kiev. A un mese dal suo insediamento, il presidente statunitense ha mandato segnali inquietanti: il sostegno militare e finanziario all’Ucraina non è più scontato, le chiamate di von der Leyen restano senza risposta e le sue proposte choc – cedere Crimea e Donbass alla Russia per “fare pace” – hanno gelato gli alleati. Peggio ancora, le sue recenti affermazioni, che dipingono Zelenskyy come un “dittatore” e accusano l’Ucraina di aver “iniziato” il conflitto, hanno alimentato il timore di un abbandono totale da parte di Washington. “Se gli USA si ritirano, l’Europa dovrà fare di più, ma siamo pronti?” si chiede un diplomatico europeo, evidenziando le divisioni interne all’UE.

Von der Leyen, affiancata dai presidenti del Parlamento e del Consiglio europeo, cercherà di rassicurare Zelenskyy con un messaggio di unità. Ma dietro le parole, i nodi restano. Il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, appena adottato, e i 48,7 miliardi di euro di aiuti militari già stanziati sono un segnale forte, ma i ritardi nella produzione di munizioni e le resistenze di alcuni Stati membri – Ungheria in testa – frenano l’azione. Sul commercio, l’UE tentenna: un’estensione delle sospensioni tariffarie è sul tavolo, ma potrebbe arrivare con condizioni più stringenti per placare i malumori interni.

Mentre i leader europei posano corone di fiori e pronunciano discorsi, a Kiev cresce l’ansia. La visita di lunedì sarà un banco di prova: l’UE riuscirà a dimostrarsi un alleato affidabile di fronte alle incertezze transatlantiche e alle pressioni domestiche, o la solidarietà tanto proclamata si rivelerà un guscio vuoto? Per l’Ucraina, il tempo delle promesse è finito: servono fatti.
#KievChiamaEuropa #UEperUcraina #TrumpAbbandona #SolidarietàOra #CommercioInGuerra #SanzioniNonBasta #ZelenskyyResiste #AgricoltoriVsUcraina #VonDerLeyenAKiev #PaceConGiustizia