Ue, stop ai lobbisti di Huawei: sospeso l’accesso alle sedi istituzionali fino alla fine delle indagini

Bruxelles – Il Parlamento e la Commissione europea hanno deciso di sospendere, con effetto immediato, l’accesso ai propri edifici ai rappresentanti di Huawei. La misura, adottata a titolo precauzionale, arriva in seguito alle accuse di corruzione mosse dalla giustizia belga nei confronti del colosso tecnologico cinese. La decisione, comunicata dai portavoce delle istituzioni Ue, resterà in vigore almeno fino alla conclusione delle indagini.

Il provvedimento si applica agli uffici di Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo e ai collegamenti istituzionali con i 27 Stati membri. La Commissione ha inoltre precisato che tutti i dipartimenti e i team dei commissari Ue hanno ricevuto l’ordine di interrompere immediatamente ogni contatto e incontro con Huawei fino a nuovo ordine.

Indagini in corso: attesi sviluppi sulla convalida dei fermi

Nel frattempo, la procura federale del Belgio renderà nota lunedì la decisione sulla convalida dei fermi per i lobbisti arrestati. Gli interrogatori sono ancora in corso, mentre il termine massimo per la convalida scadrà sabato mattina.

Ieri, l’azienda cinese ha dichiarato di aver “appreso con grande serietà le accuse” e di voler comunicare urgentemente con le autorità inquirenti per comprendere meglio la situazione. Huawei ha ribadito la propria politica di “tolleranza zero nei confronti della corruzione” e il rispetto delle normative vigenti.

Un’inchiesta che coinvolge eurodeputati e operazioni di lobbying

Secondo gli inquirenti belgi, nel mirino dell’indagine ci sarebbe una quindicina di eurodeputati. La polizia giudiziaria federale ha effettuato numerose perquisizioni giovedì, nell’ambito di un’indagine avviata dai servizi segreti belgi per questioni di sicurezza nazionale. Il dossier è poi stato trasmesso alla magistratura per le accuse di corruzione.

Le indagini indicano che episodi di corruzione sarebbero avvenuti con costanza e discrezione dal 2021 a oggi, camuffati da normali attività di lobbying. Secondo le ipotesi investigative, la corruzione avrebbe assunto diverse forme: pagamenti per orientare decisioni politiche, regali di lusso, ospitalità in hotel e inviti esclusivi a eventi sportivi, tra cui partite di calcio. L’obiettivo sarebbe stato influenzare decisioni politiche a favore di interessi commerciali privati.

Gli inquirenti ipotizzano inoltre che i fondi legati alla corruzione siano stati mascherati attraverso flussi finanziari apparentemente leciti, come il rimborso delle spese per conferenze e il pagamento di intermediari, per occultarne la reale natura illecita.
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